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COVID-19 E TURISMO: UNA POSSIBILE STRATEGIA DI INTERVENTO
Aprile 2020
Il Covid-19 presenterà il conto più salato proprio alle economie delle relazioni: tra queste, il turismo.
Una possibile strategia di intervento dovrebbe riguardare, al contempo, tre ambiti: (i) finanziario, provvedendo alla liquidità delle imprese per i prossimi 12/18 mesi; (ii) industriale, per attrarre e favorire investimenti che intervengono sull’innovazione e sulla qualità dell’offerta; (iii) risorse umane, per alimentare la cultura dell’ospitalità e formare al meglio il personale delle imprese.
Lo Stato, le Regioni e le rappresentanze delle imprese e dei lavoratori potrebbero istituire una unità di crisi (Comitato Permanente?) e mettere a punto uno specifico piano di intervento e di norme determinandone tempi e modalità di attuazione. Molti fattori di carattere sanitario, psicologico, sociale ed economico incideranno sulle future scelte e sarebbe opportuno che il settore turistico del nostro Paese si preparasse a prendere, mese per mese, le necessarie decisioni all’interno di una strategia condivisa e ben definita, monitorata e governata.
In questo momento -per le informazioni e i dati che si hanno a disposizione- non è possibile stabilire una data di riapertura delle attività turistiche e, per quanto ne sappiamo, appare evidente che dovremo convivere con Covid-19. Se, tale convivenza sarà ben presto possibile in molti settori economici del Paese, non altrettanto lo sarà per il Turismo dove contatto umano e relazione fra ospite e ospitante presuppongono prossimità, convivialità, vicinanza. Allo stesso modo, una volta ripresa l’attività, come sarà la reazione della domanda sia in termini quantitativi che qualitativi? A quali cambiamenti delle fenomenologie di viaggio e vacanza assisteremo, con quali budget a causa della crisi economica?
Il decreto di Marzo 2020 ha previsto una serie di misure a tutela dei lavoratori e a favore delle imprese in relazione alle scadenze fiscali e finanziarie. Nel prossimo decreto di Aprile 2020 si completi l’intervento integrando tali misure per ricomprendere al meglio le specifiche esigenze del settore turistico come ad esempio: (i) gli ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali (assunti e non); (ii) i versamenti fiscali e contributivi inclusi IMU e Tari; (iii) le misure di sostegno finanziario estese a tutte le imprese turistiche senza alcun limite di tipologia e dimensione.
Sempre nel decreto di Aprile 2020 sarebbe opportuno introdurre la moratoria sulle locazioni delle strutture turistiche ricettive al fine di consentire ai gestori di disporre di maggiori risorse utili alla ripresa. Lo Stato potrebbe intervenire rimborsando parzialmente (20%) il proprietario dell’immobile turistico locato con contratto regolarmente registrato.
Se, con i decreti di Marzo e Aprile 2020, lo Stato avrà concorso a interrompere il flusso periodico dei costi finanziari, fiscali e del personale delle imprese turistiche, si saranno create le condizioni per attraversare la notte (per quanto potrà essere lunga) evitando chiusure e fallimenti.
A tali misure occorrerebbe aggiungere una linea di finanziamento utile a promuovere, in accordo con le Regioni, un piano di (auto) formazione delle risorse umane e di ricerca e sviluppo per l’innovazione e la crescita della qualità dei servizi turistici e culturali. Utilizziamo il tempo a disposizione, i servizi turistici subiranno significative trasformazioni.
Nel decreto di Maggio 2020, se le condizioni sanitarie saranno migliorate e le riaperture potranno essere programmate, sarà possibile affrontare, più specificatamente, il tema della liquidità delle imprese. Alle risorse che nel frattempo saranno già state destinate attraverso l’annunciato finanziamento (garantito dallo Stato) di parte del fatturato, si potrebbero aggiungere quelle dedicate a co-finanziare -per esempio al 30%- l’acquisto di Voucher prepagati che danno diritto all’erogazione di servizi quali: pernottamenti, pasti, noleggi, biglietti, pacchetti turistici, etc. In alternativa, si potrebbe considerare l’introduzione di un Bonus Vacanze per l’acquisto di beni e servizi turistici il cui funzionamento (erogazione e gestione) potrebbe essere ispirato all’esperienza del Bonus Cultura (App18). La terza (alternativa) ipotesi potrebbe essere rappresentata dall’introduzione del Tax Credit Vacanze permettendo lo sconto fiscale per l’acquisto di beni e servizi turistici.
Una volta riavviata l’attività, in un decreto autunnale -nella speranza che la situazione Covid-19 volga verso soluzione- si dovrebbe intervenire a sostegno dell’attrazione e programmazione degli investimenti per la riqualificazione alberghiera e per la digitalizzazione delle imprese turistiche e culturali stanziando ulteriori -e ben più significative- risorse a valere sul Tax Credit Ristrutturazione e sul Tax Credit Digitalizzazione (Legge 29 luglio 2014, n. 106) alzando i plafond delle spese ammissibili e portando i crediti di imposta al 90%.