E’ FINITA LA CONTRORA DEL TURISMO PUGLIESE: CRESCERE IN 5 MOSSE

GHNET GENNAIO 2008

Siamo in epoca di overtourism ma già nel 2008 si teorizzavano strategie su come permettere al territorio pugliese, oggetto dell’indagine, di crescere in maniera sostenibile ponendo al centro la comunità.

 

 

“….la controra, quindi, diventa condizione di possibilità per ogni altra attività. Si pone l’otium, il silenzio, non come conseguenza, ma come premessa all’azione, uno stato di apertura, di attesa, di vuoto, di pre-occupazione che diventa condizione indispensabile per la ricerca e la comprensione dei fenomeni che ci stanno a cuore.”

Sono le notizie di questo tempo, quello nel quale celebriamo a Bari la seconda edizione del Forum Regionale del turismo pugliese.

In questa epoca, caratterizzata dall’affermazione dell’economia della conoscenza e delle tecnologie della comunicazione, in un contesto nel quale, con concetti quali deterritorializzazione e delocalizzazione, si identificano i processi di perdita di senso dei territori a vantaggio di una economia dei flussi, spesso priva di radici, di legami locali, indifferente ai luoghi ed alle comunità, non è semplice delineare ed impostare la nuova missione turistica del territorio pugliese. Una terra che si colloca in quel Mezzogiorno d’Italia analizzato e raccontato sempre più frequentemente come il luogo dell’indistinto, caratterizzato da uno sviluppo difficile e da un’elevata frammentazione sociale.

Nell’impatto tra flussi e luoghi, occorre guardare al mondo come lo si guarda con Google Earth (l’economia turistica è quanto di più globale possa esistere) e abbandonare per sempre l’idea che il sistema pugliese sia un’appendice, quella più a sud, della Città Adriatica che da Rimini, nel corso degli anni, è scesa come l’avanzare di un magma.

La Puglia è il balcone d’Europa che si affaccia sulla regione balcanica. Pensare dunque all’Adriatico, il mare corto, come ad un lago continentale per competere nel Mediterraneo con l’ambizione di chi ha definitivamente compreso che gli 800 chilometri che separano la Puglia da Milano sono gli stessi che la distanziano (per le vie del cielo o del mare) da Vienna, Budapest, Bucarest, Istanbul, Creta, Tripoli, Tunisi.

Per questo territorio e in questi tempi, abbiamo (come gruppo imprenditoriale) contribuito a formulare il piano di marketing strategico per lo sviluppo turistico della Puglia senza alcuna velleità accademica o intenzione pianficatoria. Non abbiamo suggerito interventi calati dall’alto, da mani generose. Non è così che cresce l’economia turistica. Il nostro sapere dell’esperienza ci fatto dire e scrivere che il tempo del panem et circenses è finito e che rimane un lontano ricordo il buoni, tranquilli, arriva la politica!

Ecco la prima, semplice e profonda, innovazione che occorre introdurre: i pugliesi sono il soggetto dello sviluppo.

Fuor di retorica, assunto a paradigma di analisi e progettazione, il capitale umano e sociale diventa sempre più basilare per la crescita dell’economia turistica. Il turismo non si importa, né si impianta. Una Puglia ospitale, capace di raccontare e raccontarsi deve sapersi aprire agli altri, deve imparare a meglio conoscersi. Un viaggiatore è un ospite se c’è un ospitante lo accoglie. Nasce da questa primordiale relazione l’economia turistica. Le popolazioni che abitano e vivono le terre di Puglia sono agenti naturali di sviluppo, generatrici d’iniziative, protagoniste dell’evoluzione turistica della regione.

L’ambiente, il patrimonio storico e monumentale, le infrastrutture per la mobilità, i trasporti, i servizi di accoglienza e informazione, le strutture ricettive, la gastronomia, gli eventi e gli itinerari, ma innanzitutto: i pugliesi e le puglie.

Per meglio conoscere la relazione fra abitanti e territori e per far crescere quella fra ospiti e ospitanti è necessario dedicare il massimo sforzo di governo, assegnando a questo spazio, quello proprio della politica. Qui, la mano pubblica deve poter e saper agire con rinnovato impegno, con nuovi strumenti, con un altro stile. Una mano dolce che accarezza e accompagna chi merita, una mano altrettanto forte e severa per colpire chi fa il furbo e intende succhiare quelle risorse ancora disponibili, fino al 2013.

Gli sforzi per modernizzare il sistema turistico pugliese consistono nello spingere i luoghi nei flussi, e qui trova posto la seconda innovazione che abbiamo proposto per il piano di marketing strategico. I flussi turistici si conquistano potenziando le reti logistiche e le infrastrutture della mobilità.

Mettiamo quindi al secondo posto nella lista delle priorità e delle iniziative, la raggiungibilità e i trasporti. Abbiamo fino ad oggi contato il turismo attraverso il posto letto. Con i letti si fanno i conti degli arrivi, delle presenze e dei fatturati. Questo modo ci ha spinto, negli anni, a considerare l’attività turistico/ricettiva, per la precisione quella alberghiera, come la regina fra le molteplici attività che compongono l’offerta turistica. Viene ora da chiedersi, alla luce dei profondi mutamenti intervenuti (web, low cost, seconde case, micro-sistemi alternativi di ricettività, etc…) se non debba essere la poltrona(aereo, nave, treno, auto, pullman o autobus che sia) la nuova unità di misura attraverso la quale misurare almeno la capacità attrattiva e competitiva di un sistema turistico. Su questo ci siamo interrogati e la nostra risposta è si, la Puglia può raggiungere buoni risultati se saprà rafforzare e potenziare le infrastrutture ed i servizi per i moderni viaggiatori.

Spingere i luoghi nei flussi significa anche migliorare la capacità di vendita e quindi rafforzare, ampliare ed estendere le reti commerciali. La terzapriorità è perciò il sostegno all’ impresa turistica ricettiva perché adatti l’offerta e organizzi la commercializzazione al fine di uscire dall’anacronistica e sempre più diseconomica dipendenza dall’intermediazione e così diventare protagonista della propria crescita. Abbiamo proposto che il piano di sviluppo sostenga iniziative e attività promo-commerciali orientate ai mercati europei, favorendo significative e strategiche modifiche nei processi di vendita: dall’intermediazione all’individuale e cioè dal TO e ADV al cliente finale; dall’off-line all’on-line e cioè dalla carta al web. I nuovi sistemi tecnologici integrati, che agiscono per migliorare la qualità gestionale, sviluppandone l’efficienza, e per performare l’attività commerciale, aumentandone l’efficacia, rappresentano ormai la dotazione necessaria affinché l’impresa possa realmente crescere e competere a livello internazionale. La forza innovativa del sistema turistico pugliese passa quindi, secondo noi, attraverso un più spiccato orientamento al marketing.

La quarta proposta innovativa riguarda il modello di ospitalità individuato per lo sviluppo della capacità ricettiva regionale. Il piano di marketing regionale assume i mutati comportamenti di viaggio e di soggiorno dei turisti e indica nuove tipologie ricettive maggiormente adeguate alle evolute esigenze della domanda. Riteniamo che l’obiettivo debba essere quello di sostenere il passaggio dalla ricettività classica a reti di ricettività diffusa; dall’hotel all’albergo di territorio; dai sistemi ricettivi che sviluppano la propria capacità produttiva verticalmente, a quelli che la sviluppano orizzontalmente, valorizzando l’intorno, la natura, il paesaggio.

E’ molto diffusa l’idea che destagionalizzare significa allungare la stagione estiva a favore dei periodi cosiddetti di spalla. Il sostegno a tale processo risulta necessario per rendere effettivamente redditizie le attività turistico ricettive che diversamente, in cento giorni lavorativi, non raggiungono le marginalità attese da chi investe. A noi è parso naturale riflettere sul fatto che tale obiettivo può essere utilmente sostenuto dalla ricerca e sviluppo di nuovi interventi ed insediamenti turistico ricettivi progettati e realizzati affinché il costo dell’unità produttiva (camera/posto letto) sia tale da rendere profittabili le iniziative che puntano a competere nel settore tipicamente balneare. Nasce da questa riflessione e dalle successive analisi tecniche ed economiche che abbiamo svolto l’indirizzo allo sviluppo di un moderno ed evoluto Plein Air (che nulla ha a che fare con il campeggio) quale modello d’interesse per il new positioning della Puglia nel Mediterraneo.

Infine la quinta e ultima questione riguarda le seconde case e la morsa fra speculazione e rendita che rischia di soffocare sul nascere i deboli segnali di intrapresa imprenditoriale. Abbiamo indicato le linee e gli indirizzi affinché il patrimonio immobiliare trovi convenienza nell’essere reso disponibile, cresciuto in qualità e messo al lavoro all’interno di opportune e dedicate strategie commerciali e di sviluppo dell’offerta. Serve incentivare la riqualificazione ad uso turistico di quegli immobili locati, con contratti pluriennali, a specialisti dell’incoming nel settore delle case vacanza, così come è necessario sostenere gli stessi nella loro attività internazionale di promo-commercializzazione.

Lavorando alla redazione del piano strategico, insieme al gruppo attivato presso l’assessorato regionale, abbiamo avuto voglia di aprirci e di ascoltare, e abbiamo assaporato il gusto che produce immaginare e ideare le possibili iniziative utili alla crescita e allo sviluppo dell’economia turistica pugliese.

Abbiamo coinvolto antropologi, psicologi e sociologi. Interpellato economisti, urbanisti, uomini di marketing e gastronomi. Abbiamo intervistato gli operatori esteri, incontrato e dialogato con tanti cittadini e operatori pugliesi. Abbiamo impiegato le più moderne tecniche di indagine qualitativa. Abbiamo fatto ricorso alla nostra coscienza e a quel briciolo di competenza maturata negli anni.

Il piano che ne esce non è con il botto, non ha slogan, non indica scorciatoie. Il marketing turistico, per giunta se strategico, non è la cosmesi pubblicitaria del nulla, così come, nulla s’inventa nella complessa economia turistica.

Dobbiamo un ringraziamento all’ Assessore Ostillio perché la fiducia che ci ha accordato ci ha offerto la possibilità di dare il nostro contributo e perché ha fatto suo quanto di buono abbiamo proposto.

Abbiamo cercato di dare (stimolati dalla passione che il Presidente Vendola mette nel suo lavoro) una visione lunga e impostato una strategia larga affinché il piano sia uno strumento di indirizzo utile per l’avvenire; una bussola indispensabile a tutti (cittadini, imprese, autonomie funzionali, enti locali e Regione) per muovere passi nella stessa direzione.